Le attività di recupero delle antiche sementi sono iniziate nel 2008 è sono state coordinate dall’associazione Terra Madre. Hanno riguardato varietà autoctone destinate alla scomparsa (Russulidda – Ianculidda), che si intendono diffondere alle aziende agricole locali. Si attiveranno inoltre attività di studio sulle proprietà di tali sementi e saranno reimmesse nel mercato locale con il sostegno della Comunità del Cibo Slow Food “Grano di Caselle”
La comunità del cibo grano di Caselle raggruppa contadini, ristoratori e panificatori di Caselle in Pittari (SA). Partendo dall’’azione di recupero delle sementi “ianculidda” (durata 4 anni) e “russulidda” (ancora in corso), intendono fondare un percorso di filiera produttiva incentrato sulla qualità del cibo, sulla sostenibilità ambientale di tali produzioni e sulla riconoscenza socio-economica del proprio lavoro. I grani “ianculidda” e “russulidda” sono due grani teneri che venivano coltivati in tutto il Cilento fino agli anni settanta del secolo scorso ed erano destinati a scomparire per sempre perdendone traccia e sapore. Il recupero è quindi l’opportunità per riproporne gusto e sostanza e la comunità del cibo grano di Caselle ne interpreterà il percorso produttivo nell’etica del buono, pulito e giusto.